Il dibattito di questi giorni è concentrato sugli sbarchi a Lampedusa, prima dei tunisini, poi degli africani del sub Sahara dalla Libia, con uno strascico di brutture e lutti che si potevano evitare. Come quella di ieri, quando la conduttrice del Tg2 ha dato notizia che "nel Mediterraneo era disperso un barcone con 270 clandestini", non migranti o profughi, ma clandestini!?
Ancora una volta il grande tema immigrazione è trattato come materia di ordine pubblico e non di sviluppo economico o solidarietà internazionale. Si continua a parlare di invasione dal mare che è tal! e solo nella propaganda elettorale della destra se è vero come è vero che nel decennio 2000-2010 gli ingressi dal Canale sono stati meno del 10% degli ingressi complessivi.
Un fenomeno ben più grave è l´emigrazione di italiani, quasi tutti giovani diplomati e laureati. Che circa 30mila giovani italiani scappino ogni anno all´estero per trovare un futuro è un altro segno negativo dell´incultura di questo paese, della sua classe dirigente, politica e non solo.
Ecco i dati:
italiani emigrati (al netto dei rientri): 2008, 2009, 2010, da 20.000 a 30.000 ogni anno;immigrati stranieri (nuove iscrizioni alle anagrafi comunali al netto delle cancellazioni): 2008, 453.765, 2009, 362.343, 2010 (11 mesi), 354.187.
Ecco i dati:
italiani emigrati (al netto dei rientri): 2008, 2009, 2010, da 20.000 a 30.000 ogni anno;immigrati stranieri (nuove iscrizioni alle anagrafi comunali al netto delle cancellazioni): 2008, 453.765, 2009, 362.343, 2010 (11 mesi), 354.187.
Occupazione nel biennio 2009-2010, meno 532.000 occupati, di cui meno 892.000 italiani e più 360.000 stranieri.
I 350mila stranieri che dal 2000 ogni anno entrano in Italia servono a coprire il buco di 500mila giovani che ogni anno mancano a causa del dimezzamento delle nascite, da 1 milione a 500mila. E questi lavoratori si concentrano in agricoltura ed allevamento, pesca d´altura, edilizia, commercio, alberghi e ristoranti, ospedali, società di pulizia, tessile, servizi alle famiglie, con 3 milioni di lavoratori, di cui 1,5 colf e badanti.
È un paese vecchio e che per la scarsità di imprese ad alta tecnologia non produce lavori qualificati sufficienti per i suoi giovani. È il risultato di politiche economiche ed industriali sbagliate che hanno tagliato risorse a scuola ed innovazione. L´Italia è di fronte a due mercati del lavoro, uno di lavori a bassa istruzione, che regge anche negli anni di crisi, cui rispondono solo gli immigrati, uno di lavori qualificati, più asfittico, cui rispondono gli italiani. Ecco spiegata la consistenza e persistenza dei flussi migratori che continueranno, anche nei prossimi decenni, sinché la natalità non riprende, per consentire al sistema paese di non morire. Bisogna spiegarlo bene agli italiani.
NICOLA CACACE
Articolo pubblicato su Il blog di Nicola Cacace
www.nicolacacace.it
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