martedì 12 aprile 2011

E' MORTO ALESSANDRO SCANSANI

“Non sono mai stato comunista, per cultura; sono stato duramente antifascista, con rispetto attuale per Fini; coscientemente repubblicano, e socialista municipale”: così si descriveva in uno dei suoi ultimi scritti Alessandro Scansani, che è morto ieri. Nel 1988, insieme con Giuliana Manfredi, aveva fondato la casa editrice Diabasis, il cui catalogo riflette la sua curiosità intellettuale, la sua raffinatezza culturale, la sua libertà esistenziale. Lo avevo conosciuto nei primi anni '80, quando insegnava lettere al liceo, animava un “Istituto Emmanuel Mounier”, e militava nel PSI di Reggio Emilia. Avevo poi seguito il lavoro della sua casa editrice, prezioso non solo per lo scavo nelle culture marginali che essa conduceva, ma anche per la riproposizione di classici del pensiero politico ormai desueti dopo l'orgia italocomunista degli anni '70 (per esempio Tocqueville). Mi onorava ancora della sua amicizia, ed apprezzava il nostro lavoro. Ma come tutti gli uomini grandi (che non sono necessariamente granduomini) presidiava un crocrevia di culture, di sensibilità, di esperienze diverse fra loro. Anche per questo mi piace ricordarlo pubblicando di seguito le parole con cui lo ha salutato Pierluigi Castagnetti, dal quale dissento su tante cose, ma non sulla stima e l'affetto per Sandro.    
LUIGI COVATTA 

 "La scomparsa di Alessandro Scansani mi addolora moltissimo per tante ragioni. Siamo diventati adulti insieme, seppur attraverso strade diverse, dopo avere lavorato nel centro diocesano dei giovani di Azione Cattolica molti anni fa. Lui era allora cattolico e socialista, cattolico conciliare e socialista riformista. Sempre entusiasta della vita e fiducioso nel futuro. Una ne faceva e due ne pensava. Scriveva molto bene, insegnava con passione, sino a quando, insieme a Giuliana Manfredi, si inventò quel gioiello di casa editrice che è Diabasis, la qualità delle cui pubblicazioni è riconosciuta pressoché da tutti gli esperti - ne ho avuto personalmente varie testimonianze - tra le più pregiate. Sempre alle prese con le difficoltà finanziarie, come è frequente nel settore, non si è mai arreso, coinvolgendo e convincendo persone più disparate. Era un artigiano d’altri tempi, un artista, divenuto imprenditore. Lavorando sempre in solitudine, di fatto. Incompreso e isolato da troppi che avrebbero dovuto riconoscere che quella piccola-grande casa editrice è un pezzo singolarissimo e prezioso della Reggio che produce cultura".

Pierluigi Castagnetti

3 commenti:

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  2. In ricordo di mio padre Alessandro.

    La morte di Alessandro lascia un vuoto enorme per la nostra famiglia, i suoi amici piu' cari e per il mondo culturale reggiano. La citta' di Reggio Emilia, e Castelnuovo Sotto, suo paese natale, lo conoscono e lo ricorderanno per l'impegno culturale e il dinamismo intellettuale che lo hanno contraddistinto. Tre anni di sofferenza non gli hanno mai fatto mancare la forza e la volonta' di creare e stimolare cultura e nuovi spazi culturali. Ma non e' con una sintesi dei suoi traguardi intellettuali o della sua formazione culturale che desidero ricordare mio padre. Bensi' con un ricordo del suo coraggio e della sua grande semplicita' umana.

    Nonostante il devastante impatto fisico e psicologico della malattia, mio padre e' stato fino all'ultimo in grado di gioire delle piccole cose della vita, riuscendo a trovare rifugio dalla sofferenza nella dolcezza della semplicita'. Vicino fino alla fine a mia madre, mio padre ha passato gli ultimi frammenti della sua vita tra i colori e gli aromi di un giardino in fiore. Tra i suoi libri, fino all'ultimo. Quei libri che hanno sempre saputo offrire rifugio a me e a mia sorella Benedetta. Una raccolta di esperienze culturali e umane, tesoro di una vita insieme, fatta non solo di un'estrema bibliofilia: libri, ma anche pietre, rami, conchiglie, icone bizantine, mappe, frammenti di una vita passata viaggiando, sognando e leggendo insieme. Un piccolo rifugio dove tutti noi abbiamo maturato una particolare sensibilita' per il mondo e le sue culture.

    Mio padre ha dimostrato fino all'ultimo che nei sogni si possa credere. Vivendo con serenita' fino alla fine e incoraggiando i suoi figli verso traguardi che ci hanno spesso divisi, la grandezza umana di Alessandro mi ha spinto verso la Cina anche quando il mio cuore piangeva, rimanendo sempre al suo fianco. Sapere mio padre fiero di avere i propri figli lontani ma intenti a realizzare i propri sogni ha sicuramente incoraggiato me e mia sorella in tutti i tristi momenti attraversati.

    La lunga malattia non gli ha impedito di vivere i suoi ultimi giorni circondato dal nostro amore, di noi tornati dai diversi angoli di mondo in cui ci trovavamo per realizzare sogni che esistono solo grazie ai suoi incoraggiamenti. Essere stato al suo fianco nei suoi ultimi istanti e' stato il dono piu' straordinario. E questo e' forse il miglior modo di coniugare sogno e dovere.

    Con queste poche parole mio padre vorrebbe essere ricordato: "Sono stato felice". Un grande uomo muore, ma la sua sensibilita' culturale e il suo coraggio umano continueranno a essere fonte di ispirazione negli anni a venire.

    Emanuele Scansani

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