Il verbo “inculcare” andrebbe maneggiato con cura da parte di chi ha fondato le proprie fortune economiche, politiche e (perché no?) culturali sull’uso innovativo del mezzo televisivo. Buona parte degli italiani, infatti, pensa che sia stato lui ad “inculcare” valori e disvalori negli ultimi trent’anni. E poco importa che Berlusconi abbia “inculcato” con la stessa consapevolezza con cui Monsieur Jourdain parlava in prosa. Importa di più, semmai, che si sia illuso di “inculcare”: non avendo colto, per dirla con Alberto Abruzzese, che proprio grazie alla sua “neo-TV” (quella “in cui Ferrara come Santoro, Costanzo come Guglielmi, Sgarbi come Lerner, Ghezzi come Ricci, Funari come Pannella, Mentana come altri ancora sono stati le voci di una forma di comunicazione sempre più sradicata dalle regole connaturate al precedente modello di TV”) non si poteva più “inculcare” nulla, ma solo distruggere il “legame razionale e preordinato, contrattato e legittimato, tra macchina del potere costituito -costituzionale?-e apparati dell’informazione” (Elogio del tempo nuovo, Genova 1994).
Di questo varrebbe la pena di discutere, a destra e a sinistra, invece di tessere l’elogio della maestrina dalla penna rossa o di proporre commissioni di censura sui libri di testo. Come varrebbe la pena di discutere, a proposito di famiglia e scuola pubblica, dell’episodio della bella Jasmina che ha commosso l’opinione pubblica proprio mentre Berlusconi parlava all’associazione delle mamme (ma esisterà davvero?). Sicuramente, in quel caso, la scuola ha “inculcato” nella giovane pachistana valori diversi da quelli della sua famiglia. Ma siamo sicuri che nella società multietnica non ne valga la pena, e che si debbano invece favorire le madrasse di ciascuna etnia e di ciascuna tribù?
LUIGI COVATTA
Orwell aveva individuato nella neo-lingua uno degli strumenti maggiori del dominio.Ci si preoccupa di non avere una memoria condivisa, anche la lingua corre il rischio di non essere più in comune. Se per federalismo si intende secessione, se si intende l'investiura popolare come superamento dello Stato di Diritto e della divisione dei poteri dimenticando che proprio la Costituzione specifica all'art.1 che la sovranità appartiene al popolo, ma precisando che la esercita nei limiti e nelle forme stabilite dalla Costituzione.Bravo gigi
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