domenica 8 maggio 2011

SEPARAZIONE CONSENSUALE NEL PD?


Come ci insegna la psicoanalisi, vi sono dei momenti nei quali i pensieri che quasi aleggiano nell’aria trovano un pensatore: una persona in carne e ossa che li esprime compiutamente. Così, forse, è accaduto anche nel corso di “Otto e mezzo”, quando Massimo Cacciari, ospite su La 7 di Lilli Gruber, ha evocato una sorta di separazione consensuale nel PD. Rispetto a temi quali l’iniziativa militare in Libia, il welfare e il mercato del lavoro, la politica industriale, la giustizia, le riforme istituzionali, ha notato il filosofo, nel partito di Bersani vi sono due approcci del tutto dissimili, che si neutralizzano a vicenda: uno riformista e liberale, l’altro più vicino alle posizioni di Antonio Di Pietro o di Nichi Vendola. Da qui l’impasse del PD e, con altri fattori, del quadro politico italiano.
Se è vero che la sinistra sovente si riproduce per scissione, è altrettanto vero che ormai da anni i cittadini paiono chiedere una riduzione della frammentazione delle forze politiche. L’ex sindaco di Venezia, però, parte da un dato: il grosso soggetto a vocazione maggioritaria del centrosinistra che tanti hanno sognato non è neppure nato. Due partiti operano di fatto nel PD: perché non prenderne atto e procedere alla loro separazione formale, senza escludere una loro alleanza stretta, fondata però sulla chiarezza e sul riconoscimento delle differenze? Perché, in definitiva, impedire agli elettori di pronunciarsi su linee politiche radicalmente diverse, fingendo di comporle in una sintesi impossibile?
E qui non possiamo sottrarci al confronto con la storia, senza con ciò illuderci. Su quei temi – lavoro, giustizia, Occidente ecc. – quale forza ha dato lo slancio riformatore più grande alla sinistra se non il PSI? Il pensiero in cerca di pensatore non è ora di rifare il grande PSI, ma di certo contributi come l’appello liberale / socialista di Massimo Teodori e Luigi Covatta, propositi di riforma della giustizia, elaborazioni volte a innovare e modernizzare il paese coniugando meriti e bisogni si nutrono anche di idee, suggestioni, proposte degli anni ’70 e ’80.
Cacciari ha indicato al PD la strada della separazione in maniera assai dimessa; eppure credo che non si tratti di un suggerimento estemporaneo.
DANILO DI MATTEO

6 commenti:

  1. Il social-liberalismo è l'ideologia del PD. Di esso non c'è traccia nell'art. 1 dello Statuto del Partito tra i riferimenti teorici e ideali. Il PSI può svolgere un ruolo solo nel main stream del rinnovamento el socialismo europeo, convincendo tutta la sinistra italiana che quello è il suo terreno di dialogo, impegno e confronto. Con nostalgie moderate e centriste non va da nessuna parte. Icasticamente l'apostrofo rosa tra PD e UDC.

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  2. il post precedente è di Felice Besostri, che non è riuscito a registrarsi . Anche questo risulterà anonimo

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  3. Il problema del PD e' a mio avviso semplice ,e' lo stesso che aveva il psi ai tempi che furono , il psi trovava meglio un accordo con la destra liberale che con i vicini comunisti ....; e' una realta' ,si trova piu' facilmente un accordo con chi ci e' distintanti , e non e' possibile trovarlo con chi cerca di enfatizzare le sottigliezze vedibili solo dall'interno ( sia per il psi ex che il pci ex ) .Io sono tutt'oggi un craxiano ,voto radicale ,ho per protesta votato anche di pietro ( nel sentimento di pulizia,nonostante non sappia parlare italiano ..e la vicenda craxi..) ....non potrei votare Ventola.....in primo esteticamente ,non mi va' che rappresenti,poi se anche parla bene,in politica occorre chi decide per il meglio tra il peggio,e non chi ci sottolinei tutte le puzzette facendoci vedere quanto e' bravo a presentarcele...
    Gianfranco Mancini

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  4. Sono 90 anni che Turati aveva indicato la via a Cacciari la scopre solo ora? Ma mi faccia un piacere!!! Intanto si è mezzo con una accozzaglia di clerico radical fascisti di centro. Ma mi faccia un piacere!!!
    Alle parole bisogna far seguire i fatti altrimenti sono solo parole. L'altro giorno faceva vedere la sua casa e alla fine ha detto che tra tutti il pensatore migliore era per lui S. Agostino. Ma mi faccia un piacere filosofo!!!

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  5. ... insomma si torna alla Margherita ... però.

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  6. A scommettere su scissioni e ricomposizioni, a mio parere, non si va molto lontano. Né a dare ascolto alle boutades di Cacciari. Il Pd piaccia o no c'è, con il suo 27% di consensi. Perché allora non mettere da parte i sogni e impegnarsi per una sua evoluzione liberalsocialista ? Visto che è un partito così disastrato, non sarà impresa impossibile.

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