Chissà se la ministra Gelmini è in grado di capire cosa richiama il titolo, quasi certamente no, anche perché lei di numeri e manifestazioni capisce poco, tant'è che oltre un milione di donne nelle piazze in duecento città italiane le sembrano le poche, solite radical-chic. Oggi, come le mondine vercellesi oltre cento anni fa, le donne italiane sono andate in piazza per rivendicare dignità e cittadinanza piena, per dire a gran voce che il nostro Paese ha un problema grande come una casa e solo chi è cieco e sordo non lo capisce.
Hanno, abbiamo detto a Berlusconi:
- che non siamo né vogliamo essere doni, “il più bel dono che il creato ci ha dato”;
- che vogliamo essere cittadine con pari diritti e doveri degli uomini;
- che è ora che questo governo se ne vada perché taglia dove dovrebbe investire: nella scuola, nelle università, nella ricerca;
- che deve finire lo spreco dei talenti delle donne che si diplomano e laureano più e meglio dei colleghi maschi ma poi meno di una su due ha un lavoro retribuito;
- che deve andare a casa la classe politica che organizza il family day e non si preoccupa di aprire asili e scuole per l'infanzia, e così una donna su quattro lascia il lavoro alla nascita dei figli;
- che non ci piace la selezione della classe politica fatta tra lenzuola e coperte e invece vogliamo donne e uomini competenti al governo del Paese e delle nostre città....
E' ora di dare una spallata a tutto questo, è ora di non essere più timide, fiduciose, obbedienti, a volte ossequienti, in fila, in attesa del nostro turno che non verrà perché sarà sempre il turno degli uomini.
Non vogliamo più essere Paese ultimo o quasi in Europa per presenza femminile nelle istituzioni e nel mercato del lavoro, per progressione nelle carriere, per tasso di natalità, per servizi alle famiglie, per investimenti nella ricerca, per crescita del Pil.... Siamo stanche di essere noi donne ultime per colpa di altri, uomini. Vogliamo misurarci alla pari: se non ora quando?
PIA LOCATELLI
Presidente Internazionale Socialista Donne
Sono assolutamente d'accordo.L'articolo è ben congegnato.
RispondiEliminaCara Pia(ti chiami come mia moglie), prendo spunto dal tuo bell'articolo che condivido fino in fondo per dire di apprezzare molto il PSI e tu che di questo partito sei figura di primo piano,prendiaete posizione e appoggiate senza se e senza ma la discesa in campo di centinaia di migliaia di donne. Un movimento così ampio, così composto, così determinato non può che fare bene ad un Paese ridotto ai minimi termini sia all'interno che internazionalmente. Berlusconi e i suoi governi ne portano la esponsabilità.Questo apprezzamento viene da uno che non ha mai votato per il Partito Socialista, prima per il PCI adesso per il Partito Democratico, anche se non mi convince fino in fondo lo reputo pur sempre una forza progressista.Ma dico anche che sento forte il bisogno di una forza convintamente socialista e allo stesso modo riformatrice che riprenda, come nei momenti migliori, la bandiera dei diritti. Troppo spesso la sinistra è stata contrapposta anche duramente.Tu hai aperto una porta con il tuo intervento, invece purtroppo sento molti socialisti, ma anche dall'altra parte, presi dai rancori di 25 anni or sono.Dai fatevi sentire nella società perchè quelle idee non sono mai morte: libertè, parità,democrazia, ancora hanno un senso.
RispondiEliminaMai come in questo momento storico le donne della sinistra italiane hanno aviuto una così grande responsabilità civile e politica.
RispondiEliminaAlfredo Ciavarella - PSE San Severo
Cara Pia,
RispondiEliminanon siamo poche ma purtroppo in questi anni siamo state troppo litigiose, timide e deleganti. Dobbiamo riprenderci la scena e che "BASTA" diventi la nostra parola d'ordine per mettere fine a questo mercato del corpo e al sultanato in politica e nei partiti.
Le donne socialiste e democratiche hanno il compito e il dovere oggi di cambiare questo modo di fare politica.
saluti
giuliavelotti@gmail.com
Sono punti su cui non si può concordare e su cui non saprei dire di più e meglio. Aggiungo solo un problema molto serio è quello, a cui riconduce l'ultimo punto, della selezione delle classi dirigenti, politiche e non, nel nostro Paese. In Italia vedo tanto corporativismo, non competizione. Se io posso accedere in un posto solo "in quota di" (di chi già c'è: tanto a me e tanto a te) è chiaro che sarò scelto perché sono suo amico fedele, parente o amante (le "lenzuola e coperte" di cui qui parla Pia Locatelli). Gli uomini non sono santi e gestiscono le risorse pubbliche a proprio beneficio se lasciati fare. Per ovviare a ciò, i liberali hanno regolarizzato norme di controllo e limitazione dei poteri attraverso altri poteri, evitando che si creassero conflitti di interesse e poteri smisurati. In Italia è saltato e questo e il nostro è, direbbe Gobetti, un problema di libertà. Altro che Popolo della libertà!
RispondiEliminaCorrado Ocone
Ero presente alla manifestazione di sabato ed è stata una grande giornata di democrazia.
RispondiEliminaSara L.
Ognuno trova lo spunto per attaccare il Governo, anzi Berlusconi. Lei lo fa utilizzando le donne. Sacrosanto battersi per la parità ma considerare le manifestazioni 'Ora , se no quando?' come manifestazioni pro donne non è corretto. L'iniziativa che non ha, comunque, coinvolto un milione di donne è stata l'ennesima iniziativa antiberlusconiana. C'è stato comunque da ridere a vedere sul palco prima una suora e poi la radical chic che blaterava sui lamenti della sua vagina, e c'era da ridere sull'oscuramento di quanto la sinistra considerava obiettivi irrinunciabili (amore libero, l'utero è mio e lo gestisco io, ecc.) per cavalcare, oggi, il puritanesimo e il moralismo a tanto al chilo.
RispondiEliminaMa cosa non si fa per distruggere il proprio avversario?
Per finire cara Locatelli, spazzato via Berlusconi mi sa dire qual'è il governo che dovrebbe subentragli? O si pensa che liquidato Berlusconi i voti moderati sono in libera uscita?
Ricordati della falsa rivoluzione di Mani pulite. Anche allora si pensava che fatto fuori Bettino e decapitato tutto il pentapartito la "gioiosa macchina da guerra" era pronta a cogliere i frutti del golpe. COSI' NON E' STATO. La gggente (come la chiamava Curzi) si è raccolta attorno ad un 'improvvisato' leader che però era sostanzialmente anticomunista. Quella gente è il popolo moderato (che era prima raccolto attorno al pentapartito) è oggi rifiuta di assoggettarsi al baffino di turno.
Ti sembrerà strano ma ero ee sono socialista, ma ero e sono costro i doppi pesismi e contro l'ipocrisia.
Cari saluti. Giovanni Alvaro
Sei uno di quei socialisti rancorosi che guardano all'indietro invece di guardare avanti, ti ricordo che Berlusconi insieme alla lega si presentò al banchetto di "mani pulite"puntualmente, e in perfetto stile populista inneggio ai quei magistrati e disse Lui di essere l'umo della provvidenza che l'avrebbe fatta finita con la Prima Repubblica, mentre Bossi agitava il cappio.Poi ma che centra la liberazione della donna, con il mercimonio del sesso da parte di un ricco ottantenne dal lato B molto flaccido. Certamente quelle ragazze si sentivano molto libere quando si prostravano un po più su dei suoi piedi.I socialisti non ragionano così.
RispondiEliminaE il rancoroso sarei io? Penso che l'esperienza dovrebbe essere maestra di vita, ma che tu non hai imparato nulla. Anzi continui la vecchia tradizione da zerbino di demertiniana memoria. Contento tu.
RispondiEliminaChe Berlusconi volesse nominare Di Pietro ministro dell'Interno è storia. Che non abbia mai fatto i conti con la "rivoluzione" del 1992-94 pure. Tant'è vero che quando vuole bocciare qualcosa o qualcuno dice che "è roba da prima repubblica". Ma Alvaro ha ragione quando si chiede qual'è l'alternativa. Bisogna costruirla voltando pagina rispetto alla seconda Repubblica.
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