Alcune fra le patologie psichiatriche più gravi paiono riguardare in maniera significativamente maggiore persone economicamente disagiate. Il contesto socio-ambientale, certo, rappresenta uno dei fattori che favoriscono (o ostacolano) l’esordio di tali disturbi. Ma il nesso fra basso reddito e degrado da un lato e alcune psicopatologie dall’altro è dovuto forse soprattutto al fenomeno della deriva sociale: il paziente all’inizio non è più povero della media dei suoi simili, ma è la malattia che, condizionandone pesantemente la capacità di produrre reddito, lo sospinge verso la marginalità e talora l’indigenza.
Ciò, accanto al benessere materiale, potrebbe coinvolgere altre sfere dell’esistenza: il disturbo come concausa di instabilità nelle relazioni, implosione di nuclei familiari, condotte di dipendenza e via discorrendo.
Di tale fenomeno non dovremmo dimenticarci dinanzi a situazioni penose (e odiose) come i maltrattamenti inflitti ai bambini da un’insegnante di Rovigo. Il cui comportamento, pare legato a un’abnorme impulsività e instabilità dell’umore, si ripercuote su persone fragili e deboli come gli alunni di una scuola primaria, i quali, ciascuno con i propri vissuti e le proprie intime reazioni, potrebbero soffrirne a lungo. Non a caso, ad esempio, in tutto l’Occidente alcune delle forme un tempo definite di isteria, che pure sembravano sulla via dell’estinzione, si riaffacciano alla ribalta. A parere di molti proprio in relazione a traumi e abusi subiti da piccoli, pur in società in apparenza lontane da comportamenti del genere.
E per il fenomeno della deriva al quale abbiamo appena fatto riferimento, ciò potrebbe ripercuotersi anche sulla situazione socioeconomica dei pazienti. I fatti di Rovigo, dunque, accanto purtroppo a tanti altri che la cronaca quotidiana ci presenta, hanno un risvolto squisitamente sociale che non può lasciarci indifferenti.
DANILO DI MATTEO
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