venerdì 4 marzo 2011

FATTI, IDEOLOGIE E COSTRUZIONI

Il vecchio Freud scriveva che quelle che paiono delle “ricostruzioni” della nostra biografia sono in realtà costruzioni: legate, naturalmente, ai ricordi (e tutti sappiamo quanto essi siano soggettivi), ai fatti, alle fantasie, alle emozioni. Sul lettino dell’analista, per usare una metafora, non viene ordinato l’archivio; viene piuttosto creato un film.
A livello collettivo, di “film” ne abbiamo visti tanti. Vengono chiamati “visioni”, narrazioni, ideologie, grandi racconti. A volte si trattava di trame così rigide e così poco rispettose della libertà dell’individuo da venir confuse con il reale. E non si intravedeva altra possibilità se non la ripetizione del copione. Così in molti hanno “visto” a lungo il mondo diviso in due: capitalismo e socialismo reale. In seguito, delusi dallo schema, quello che sembrava un problema di meridiani è divenuto una questione di “paralleli”: la madre di tutti i conflitti è apparsa la frattura fra Nord e Sud del globo. Fino al risveglio dell’integralismo islamico, in seguito al quale altri ideologi hanno riproposto l’idea di uno scontro di civiltà.
E ancor oggi, dinanzi agli eventi imprevisti del nord-Africa e del vicino e medio-Oriente, fatichiamo a togliere gli occhiali delle nostre costruzioni. Così alcuni temono che a prevalere alla fine sarà lo spirito islamista, altri vagheggiano un “terzo mondo” finalmente liberale e democratico; tutti dimentichi della dimensione fondamentale per comprendere simili eventi: la complessità. Qui siamo dinanzi a vicende aggrovigliate, che si danno a noi nei loro mille volti. Possiamo coglierne tendenze, umori, novità, certo; ma pretendere di ridurle a schemi e formule sarebbe un errore clamoroso. Siamo di fronte a qualcosa di nuovo, a un fenomeno, a una nascita, e forse ciò ci angoscia, tanto da indurci a “difenderci” con “visioni” a loro modo rassicuranti.
E invece dovremmo convincerci di non avere in pugno il mondo, e neppure noi stessi. Navigare in mare aperto è un aspetto irrinunciabile della libertà.

DANILO DI MATTEO

1 commento:

  1. Il fatto è che poi queste "visioni bidimensionali" non si utilizzano solo per difendersi ma anche per attaccare, per discriminare, per alimentare timori e approfondire divisioni. La semplificazione della realtà è uno schema comodo e facilmente adottabile, non comporta la fatica del confronto, il dilemma di scegliere fra soluzioni complesse, avere la forza di adottare scelte nuove. Ma come navigare in mare aperto senza incagliarsi nei condizionamenti di ogni genere, non ultimi quelli economici?
    G.G.

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